LA PELLE DEL VETRO - Carlo Scarpa alla Venini 1936-1942
Il FAI – Fondo Ambiente Italiano presenta
"LA PELLE DEL VETRO
Carlo Scarpa alla Venini 1936-1942"
a cura di Marino Barovier
9 settembre 2018 – 6 gennaio 2019
In occasione di The Venice Glass Week 2018 il FAI – Fondo Ambiente Italiano presenta la mostra “La Pelle del Vetro. Carlo Scarpa alla Venini 1936-1942”, che vedrà esposta dal 9 settembre al 6 gennaio 2019 al Negozio Olivetti di Venezia una selezione di preziosi oggetti in vetro disegnati dall’architetto Carlo Scarpa, durante la sua collaborazione con Venini, per cui ha ricoperto il ruolo di direttore artistico fino al 1947.
La mostra - curata da Marino Barovier, profondo conoscitore della storia del vetro muranese – vuole sottolineare un aspetto specifico dell’opera di Carlo Scarpa in ambito vetrario: l’attenzione da lui dedicata alla superficie degli oggetti e alla decorazione finale, dopo la fase conclusiva del raffreddamento, su quella che si può definire la “pelle” dei manufatti.
I quindici pezzi esposti – vasi e coppe, tutti provenienti da collezioni private - ben illustrano la modalità di lavoro di Scarpa, che non si limita a perfezionare i metodi esecutivi della tradizione vetraria veneziana, ma ingegnosamente ne inventa di nuovi, in una continua ricerca di equilibrio tra raffinatezza estetica e aggiornamento tecnico. Se infatti le forme degli oggetti - cilindri, coni, sfere - confermano la sua predilezione per la purezza delle linee geometriche, le loro superfici ne moltiplicano sfumature cromatiche e riflessi, grazie alla varietà dei trattamenti attuati per rifinirli, siano essi, ad esempio, l’azione dell’acido fluoridrico che corrode i vasi rendendoli scabri, l’utilizzo dell’opale, minerale che raffredda con tempi diversi da quelli del vetro, che crea un effetto granulato e increspato, o un fine lavoro di molitura che produce piccoli grumi regolari.
Un viaggio nella produzione vetraria di Carlo Scarpa che si armonizza perfettamente con gli spazi e i volumi del Negozio Olivetti, dove l’architetto, che lo ha progettato nel 1958 su commissione di Adriano Olivetti, ha esibito in egual modo amore per il dettaglio, attenzione per le superfici e i rivestimenti e un accurato studio delle trasparenze e del ruolo della luce, sfociati in una grande varietà di applicazioni di tecniche della tradizione veneziana.