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Gioacchino Rossini, Il Barbiere di Siviglia

Gioacchino Rossini, Il Barbiere di Siviglia
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11/02/2018 - 15:30 to 17:30

PROGETTO ROSSINI
centocinquantesimo anniversario della morte di Gioachino Rossini

cast

Rosina
Laura Verrecchia (3,7,11,15,18)
Chiara Amarù (6,9,14,16)

Il conte d’Almaviva
Giorgio Misseri (3,7,11,15,18)
Francisco Brito (6,9,14,16)

Bartolo ⎮ Omar Montanari

Figaro
Bruno Taddia (3,7,11,15,18)
Vincenzo Taormina (6,9,14,16)

Direttore ⎮ Stefano Montanari

Regia ⎮ Bepi Morassi
Scene & Costumi ⎮ Lauro Crisman
light designer ⎮ Vilmo Furian

Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
Maestro del Coro ⎮ Claudio Marino Moretti

allestimento Fondazione Teatro La Fenice
con sopratitoli in italiano e inglese 

Il barbiere di Siviglia è un’opera in due Atti di Gioachino Rossini su libretto di Cesare Sterbini tratto dalla commedia omonima di Beaumarchais. Il titolo originale dell’opera era Almaviva, o sia l’inutile precauzione. Prima di Rossini, Giovanni Paisiello aveva messo in scena il suo Barbiere di Siviglia nel 1782 (dieci anni prima della nascita di Rossini). Con quella stessa opera, Paisiello aveva riscosso uno dei maggiori successi della sua fortunata carriera. Il precedente successo di Paisiello faceva sembrare inammissibile che un compositore di ventitre anni - per quanto dotato - osasse sfidarlo. Rossini in realtà non aveva nessuna responsabilità sulla scelta del soggetto. L’opera fu infatti scelta dall’impresario del teatro Argentina di Roma, il duca Francesco Sforza Cesarini; questi voleva commissionare a Rossini un’opera per l’imminente carnevale. A quei tempi qualsiasi rappresentazione doveva scontrarsi con le forbici della censura pontificia. Per andare sul sicuro, l’impresario propose come soggetto "Il barbiere di Siviglia", che fu subito approvato dai censori pontifici. La prima rappresentazione ebbe luogo il 20 febbraio 1816 al Teatro Argentina a Roma e terminò fra i fischi. Il clima generale era di totale boicottaggio, dovuto ai sostenitori della versione dell’opera di Paisiello, favorito anche dall’improvvisa morte dell’impresario del Teatro Argentina. Già dalla seconda recita, il pubblico acclamò l’opera di Rossini, portandola ad oscurare la precedente versione di Paisiello e diventando una delle opere più rappresentate al mondo