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Bodies of work Fotografie di William Guerrieri

Bodies of work Fotografie di William Guerrieri
18/05/2018 - 16:30 to 24/06/2018 - 22:30

Bodies of work
Fotografie di William Guerrieri

orario: dal mercoledì alla domenica dalle 16.00 alle 20.00
sala espositiva Alberto Prandi terzo piano

Ingresso libero

GIOVEDI’ 17 MAGGIO, ore 18.00
Inaugurazione mostra

visite guidate
sabato 19 maggio e sabato 16 giugno, ore 18.30
Ingresso libero

Nel 1997, ebbi l’incarico di produrre una ricerca fotografica sull’area industriale di Marghera, nell’ambito del progetto d’indagine Venezia-Marghera, curata da Paolo Costantini, che coinvolse un gruppo qualificato di fotografi italiani. Negli anni Novanta il tema della de-industrializzazione era all’attenzione dei media e del dibattito pubblico e il mio contributo all’indagine riguardò proprio la scomparsa, oltre che della fabbrica, anche del lavoro e del lavoratore, come presenza umana, oltre che sociale. La sequenza di immagini che esposi in occasione della mostra, presentava dettagli di luoghi di lavoro deserti, associati ad immagini di forte valenza iconografica, tratte dall’archivio della FILCEA di Mestre.

In occasione dei Cento anni della fondazione di Marghera, mi è stata data l’occasione per tornare a riflettere sul tema del lavoro e della presenza fisica del “lavoratore”, anche se questo termine è talmente desueto che appare oggi inutilizzabile, per indicare chi si trova ad operare con processi complessi di lavorazione, dove la tecnologia svolge un ruolo determinante.

Molta fotografia contemporanea si è preoccupata in questi decenni, di sottolineare l’aspetto immateriale del lavoro e la dimensione astratta dei processi produttivi, sempre più lontani dal modello dell’industria del Novecento e in fase di ulteriore sviluppo tecnologico.

Non vi è dubbio che molti processi produttivi siano diventati astratti ed immateriali e che la riduzione numerica degli addetti a tali processi sia uno dei fenomeni che più stanno preoccupando l’opinione pubblica. Tuttavia quello che è totalmente scomparso è la conoscenza delle condizioni psico-fisiche di chi è inserito nei nuovi e più recenti processi produttivi ad alta e a bassa tecnologia. Temi quali l’alienazione, in relazione ai processi di accelerazione (vedi Artmun Rosa, 2015), determinata dalle nuove tecnologie in tutti i campi della nostra vita, stanno tornando al centro del dibattito culturale.

Secondo una determinata cultura fotografica documentaria inoltre, la dimensione fisica e corporea del lavoro non è in realtà mai scomparsa, come è stato autorevolmente sottolineato dalle ricerche di Alan Sekula, sul trasporto e il commercio dei beni nell’epoca della globalizzazione e del web, anche se i media e la pubblicità dei beni mostrano solo la dimensione immateriale dell’Icommerce.

Inoltre dobbiamo ricordare le analisi di un filosofo come Michel Foucault, che hanno mostrato come tutti i processi organizzativi abbiano sviluppato “un’arte del corpo umano”, che mira alla formazione di un rapporto che rende il corpo sempre più funzionale alle finalità delle strutture organizzative. In questi contesti il “corpo umano entra in un ingranaggio di potere che lo fruga, lo disarticola e lo ricompone” (Michael Foucault, 1975). Da questo punto di vista, le innovazione tecnologiche hanno contribuito ulteriormente a sviluppare l’”arte del corpo umano” che per Foucault, costituisce l’“anatomia politica” di ogni società.

A seguito di queste riflessioni e di alcuni sopralluoghi, ho condotto la mia indagine tra gli ultimi mesi del 2017 e i primi del 2018 in alcune reparti di progettazione e manutenzione di impianti industriali tecnologicamente avanzati della SAIPEM di Marghera e nelle aree di adiacenza del VEGA e di Fincantieri.

La pubblicazione della ricerca fotografica (e probabilmente anche la mostra), sarà composta da 3 parti, la prima riguarda il lavoro nel “work in progress” e nel laboratorio di elettronica dove si progettano e si testano le apparecchiature e i macchinari prodotti dalla SAIPEM. La seconda sarà costituita da una serie di immagini realizzate negli studi di progettazione della SAIPEM, che rappresentano braccia e mani che operano con i computer. La terza sarà costituita da immagini di operai o impiegati nell’area adiacente al VEGA e a Fincantieri.

Com’era nelle mie intenzioni, vi sarà un filo rosso che percorre tutto il lavoro e che sarà costituito dalla presenza del corpo (o di sue parti) e delle sue necessità fisiche, sia nel contesto della SAIPEM, ovvero in rapporto ad una tecnologia avanzata, che in altri contesti, che si percepiscono solo indirettamente. A tal proposito si noti ad esempio l’immagine della donna alla reception, la quale appare un corpo unico con il desk, e di cui non si vedono le braccia, mentre in un’altra immagine si vede un modellino di un robot della SAIPEM , costituito solo da corpo, braccia e mani. Il tema del corpo, delle braccia e delle mani, percorre tutto il lavoro e questo filo rosso mi ha indotto a proporre come titolo del lavoro: Bodies of Work.

William Guerrieri